SANTUARIO MADONNA DEL PIANTO
PARROCCHIA SAN GIULIANO
ALBINO
GIUBILEO
2025
DOMENICA
11 MAGGIO 2025
370° ANNIVERSARIO DEL MIRACOLO
PROGRAMMA
Da LUNEDI 5 Maggio a VENERDI 9 Maggio
SANTE MESSE ore 7,30 e ore 17,00
(precedute dal Santo Rosario)
VENERDI 9 Maggio ore 16,00
Adorazione Eucaristica e Santo Rosario
SABATO 10 Maggio Santa Messa ore 7,30
SABATO 10 MAGGIO
ore 18,00 S. MESSA PREFESTIVA IN PARROCCHIA
al termine:
PROCESSIONE
DALLA PREPOSITURALE AL SANTUARIO
con la statua della Madonna
(percorrendo Via Mazzini)
DOMENICA 11 MAGGIO:
SANTE MESSE: ore 7,30; 9,00; 10,30 (concelebrata); 17,00
ore 15,00 PREGHIERA DEL VESPRO E SANTO ROSARIO
ore 21,00 CONCERTO MUSICALE in Santuario
SETTENARIO MADONNA DEL PIANTO 2025
MARTEDI
1-OMELIA SETTENARIO MADONNA DEL PIANTO
MARTEDI 6 MAGGIO 2025
LA FESTA CON MARIA
È festa della nostra Madonna del Pianto.
Sembrano quasi irreali queste parole, quando nel mondo molti nostri fratelli e sorelle sono avvolti dalle tenebre della violenza a causa delle molteplici guerre, quando alcuni di essi muoiono ogni giorno, quando in tantissimi hanno perso tutto. Tanti morti mentre lavoravano, persone comuni colte nella loro abitazione.
Sembrano parole vuote anche per noi, che viviamo tempi di crisi (almeno così si dice), e tuttavia non rinunciamo a un po’ di svago, forse per allontanare le difficoltà, quasi per dimenticare per un giorno i problemi che attanagliano la vita quotidiana.
Ma se questo fosse il senso della nostra festa, soprattutto della festa della beata Vergine Maria, sbaglieremmo... Nulla di più lontano dalla vita della giovane fanciulla di Nazaret.
Lontano da lei è l’ubriacatura e l’annebbiamento, il buio delle cose quotidiane.
Maria conosce il senso più profondo e intimo della festa: «Fate quel che vi dirà» dice ai servi allo sposalizio a Cana, dove è venuto a mancare il vino. Il senso più profondo e intimo di ogni festa cristiana è entrare nel cuore di Dio, nella sua vita divina, dove Maria è stata assunta definitivamente dopo la sua vita terrena.
Ma Maria ha vissuto il senso della festa certamente nell’incontro gioioso con Elisabetta, dove i due bimbi ancora in grembo, Giovanni e Gesù, organizzano un ballo nel ventre delle loro sante Madri. E così può cantare (avrà mosso qualche passo di danza?) la sua lode a Dio nella lieta esultanza del Magnificat.
E ha vissuto il senso della festa – pur con l’annuncio di una spada che avrebbe trafitto la sua anima – presentando Gesù al Tempio. E ogni volta che saliva a Gerusalemme, dando la mano a Gesù bambino, avrà anche lei intonato i salmi dell’Alleluia, del pellegrino festante che entra nella Città Santa.
E quale festa deve aver vissuto, dopo i tre giorni di silenzio, alla notizia che il suo amato Figlio era vivo ed era apparso a Pietro e a Maria Maddalena. E quale festa l’averlo incontrato...
Ecco il senso profondo della festa: non una semplice dimenticanza dei mali quotidiani per stordirci con una musica più forte, con un bicchiere in più.
Il senso profondo della festa, di ogni festa cristiana, può essere soltanto uno: l’incontro personale con Gesù.
Fuori da questo binario c’è soltanto vuota esteriorità.
Occorre allora ricuperare il senso autentico della festa e della devozione a Maria.
Vorrei suggerirvi, tre impegni concreti:
perdono, compassione, impegno.
Perdono. Dio solo sa quanto bisogno di perdono ci sia nelle nostre famiglie, nella nostra comunità, persino nella società... non semplicemente la dimenticanza dei torti subiti, ma il voler far sì che da quei torti nasca un mondo nuovo, che siano lavati dalla grazia della Risurrezione.
Compassione. Maria ci insegna a gioire con l’altro e a soffrire con l’altro, a non chiuderci in un individualismo sfrenato che non è capace di vedere al di là del proprio naso.
Impegno. Maria si mette in gioco, non vive fatalisticamente una volontà “imposta” da Dio dall’alto, ma la fa sua con la creatività della grazia, ponendo a frutto i suoi doni e mettendoli a servizio dell’Altissimo per una missione incredibile: generare il Figlio di Dio.
Perdono, compassione e impegno: A questo ritmo sarà vera festa! Se la nostra vita di cristiani devoti della Madonna del Pianto riprende da qui, allora sarà una bella festa.
Altrimenti sarà una bolla di sapone che non dà gusto e non guarisce nessuno.
Il Pianto più importante è quello del nostro cuore, che ha bisogno di essere guarito dalla sua durezza.
Maria interceda per noi presso suo Figlio, perché possiamo avere un cuore nuovo!
2-Omelia L’Apparizione della Beata Vergine alla Salette
MERCOLEDI 7 MAGGIO
Venite avanti bambini miei; non abbiate paura; io sono qui per annunciarvi una grande notizia! Queste sono le parole che la Bella Signora rivolge loro e nei due fanciulli la paura scompare completamente e si avvicinarono.
A La Salette, la Madonna ha mostrato la sua tristezza per il male e il peccato dell’umanità. Attraverso le sue lacrime, ci aiuta a capire meglio la gravità del peccato, e il dolore che causa il rifiuto di Dio, ma ci ricorda anche la fedeltà appassionata che suo Figlio nutre per noi suoi figli, Lui, il Redentore, il cui amore è ferito dalla dimenticanza a dal rifiuto.
Il messaggio di La Salette è stato affidato a due pastorelli (Melania e Massimino) in un momento di grande sofferenza: carestia, ingiustizie e l’ostilità nei confronti del vangelo... Siamo nel 1846, dopo la Rivoluzione Francese in cui ha trionfato il disprezzo della vita religiosa, sono stati uccisi sacerdoti, chiusi conventi e sequestrati i beni della Chiesa.
Il messaggio di Maria non si esaurisce nella sofferenza espressa dalle lacrime; la Vergine chiede di riprendere il cammino della fede; invita alla penitenza, alla perseveranza nella preghiera e in particolare alla fedeltà alla domenica.
I peccati che portano alla rovina sono due; la profanazione della domenica e la profanazione del nome di Dio, altro che diritti dell’uomo! Sono i peccati che l’uomo commette direttamente contro Dio.
La ribellione a Dio porta al disastro, porta la sofferenza, porta al dolore, porta alla morte eterna, porta all’inferno. Il male è la conseguenza del peccato, ecco perché la Madonna dice: se le cose vanno male la colpa è vostra… se il mio popolo non si converte io sono costretta a lasciare il braccio di mio Figlio non c’è la faccio più.
C’è un mondo che va verso una fine disastrosa, dolorosa, proprio perché l’uomo ha abbandonato Dio, ma la Beata Vergine interviene. Essa ha compassione delle difficoltà dei suoi figli e soffre nel vederli allontanarsi dalla Chiesa di Cristo fino a dimenticare e rifiutare Dio e la santità del suo Nome.
Il ruolo della Madonna, la sua supplica e la sua preghiera è convincerci che possiamo rimediare da questo precipizio e Lei è venuta a dirci che cosa dobbiamo fare, ci fa vedere il male ma, ci indica il bene. Ecco perché diventiamo colpevoli se non la ascoltiamo, se non obbediamo.
Il messaggio di La Salette non fu ascoltato, tant’è che addirittura il messaggio segreto fu respinto, è stato ritrovato nel 1999 negli archivi vaticani, passarono 150 anni.
Voi potete dire: ma possibile che la bestemmia sia così rovinosa? Possibile che non andare a messa la domenica sia così terribile? Ma sarà ben peggio fare del male a qualcuno? Ecco l’inganno! Ecco l’inganno in cui tutti cadiamo, dire: sarà ben peggio peccare contro l’uomo.
Ma la Santa vergine rimprovera al suo popolo oltre questo un altro delitto: la bestemmia. Quando ogni bocca, non solo non prega, ma bestemmia; quando un popolo intero, non soltanto dimentica di onorare Dio ma, lo insulta; quali castighi merita?
Oggi viviamo in un clima di persone che in coscienza decidono loro che cosa è bene e che cosa è male, Vado a messa quando posso…
Proprio in una civiltà come la nostra, nella quale Dio sembra superfluo, sembra che l’uomo possa fare a meno di Lui, proprio in questa civiltà la parola della Madonna ha una grande attualità, ci ricorda che Dio non può essere estraneo alla vita dell’uomo, che il riconoscimento di Dio è il primo dovere. L’uomo che crede di poter fare a meno di Dio e di provvedere da solo a se stesso si ritrova sull’orlo del precipizio. Il creato si ribella contro di lui e le conseguenze sono terribili…
La Madonna chiede di convertirsi a Dio! di riconoscere Dio. La dimenticanza di Dio, il non curarsi della sua volontà, è l’unico vero male che provoca tutti gli altri mali del mondo.
Oggi si è fatta un’inversione pericolosa si parla dell’amore del prossimo e non si parla dell’amore di Dio, tutto quello che riguarda Dio sembra non interessare più gli uomini. Dio è come sparito dall’orizzonte della vita umana.
Quando chiedono a Gesù qual è il più grande comandamento, cosa risponde? Amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze. Quindi la Madonna non inventa nulla, è il primo comandamento. Il primato sta all’adorazione che consiste nell’essere in comunione con Dio;
C’è il male nel mondo e dipende dai nostri peccati ma, la Vergine non ci abbandonerà, basta che noi ci vogliamo convertire a Dio.
3- Omelia – Lourdes
GIOVEDI 8 MAGGIO
A Lourdes la Madonna ha parlato, facendosi eco della parola e della voce di Dio. È proprio importante che insieme in questo momento e nel silenzio del cuore, ripetiamo: «Fa’ che ascoltiamo, Signore, la tua voce». Quella voce che ancora una volta, ci raggiunge attraverso la Madonna.
Quali sono le due grandi parole che la Madonna ci ha consegnato per il tramite di Bernadette?
Conversione e preghiera.
Due parole che vengono a noi dal Cielo e che ci aiutano: accogliendole e vivendole la nostra vita in terra potrà essere maggiormente in sintonia con il Cielo.
La prima parola è conversione. Noi sappiamo come Lourdes sia un luogo di conversione.
È lunghissima la lista di quanti, andando a Lourdes, hanno trovato o ritrovato la fede. Lourdes non è soltanto il luogo in cui si recupera la guarigione fisica, ma è anche e soprattutto il luogo nel quale si recupera la guarigione del cuore e dell’anima.
Lourdes è conversione. Quale conversione?
La conversione alla quale richiama la Madonna a Lourdes, facendosi portavoce del Signore, è soprattutto questa: tornare con il cuore a Dio, ricollocare il Signore al primo posto, rimettere Dio al centro della vita, perché sia Lui il cuore e il centro di tutto. Questa è la conversione che oggi è ricordata anche a noi. Perché tutti ne abbiamo bisogno.
C’è forse tra noi qualcuno che possa dire, con verità: «Il Signore è tutto per me»?
C’è forse qualcuno che possa dire, con verità: «Il Signore è sempre al centro della mia vita»?
Non credo. Ed è per questo che abbiamo bisogno che la Madonna, ancora una volta, pronunci questa parola per noi: conversione.
Lourdes è conversione perché la Madonna ci raggiunge con questa parola e ci richiama, attraverso i miracoli del corpo, alla guarigione dell’anima, che si realizza quando Dio torna ad avere il primato nella nostra vita.
Lourdes, pertanto, è conversione anche perché i malati sono parola vivente, che ci richiama al senso autentico della vita, al suo centro che è Dio; al fatto che senza Dio non è possibile vivere. E che solo con Dio la vita conosce davvero la sua pienezza e vale la pena di essere vissuta.
Lasciamo che la parola conversione scenda nel nostro cuore e divenga radice e sorgente di una vita rinnovata, nella centralità di Dio, nel primato di Dio, nel saper mettere Dio sempre al primo posto, vivendo nella Sua luce, nella Sua volontà e alla Sua presenza.
C’è anche una seconda parola che risuona a Lourdes: preghiera.
È la seconda parola che la Madonna ci consegna da parte del Signore.
Non una preghiera qualsiasi ma una particolare: la preghiera del Rosario.
Ce la consegna perché desidera, con il suo cuore materno, che noi ci accostiamo al Signore contemplandolo con i Suoi stessi occhi.
Questo, infatti, è il Rosario: guardare a Gesù con gli occhi di Maria, stare accanto a Gesù col cuore di Maria, entrare in relazione con Gesù come Maria è in relazione con Lui.
La Madonna ci insegna la preghiera del Rosario, perché è esattamente «quella dolce catena che ci lega al Signore» attraverso di Lei.
Comprendiamo allora che conversione e preghiera sono, certo, due parole distinte, ma che ci conducono alla stessa mèta, che è il Signore.
Conversione, attraverso un itinerario che ci conduce a Dio; preghiera, mediante il Rosario, che, tenendo per mano Maria, ci porta proprio al Signore, guardato con i Suoi occhi, amato con il Suo cuore, abbracciato con le Sue braccia.
Chiediamo la grazia, questa sera, di trattenere nel cuore le due parole che il Cielo ci dona: conversione e preghiera. E che queste due parole siano vita per noi, vita quotidiana, perché ogni giorno la nostra esistenza sia un’avventura di conversione, perché ogni giorno siamo fedeli alla preghiera e alla preghiera del Rosario, perché ogni giorno, con l’aiuto di Maria, della Sua presenza e della Sua parola, il Signore sia sempre di più il centro e il cuore di tutto.
4- Fatima
VENERDI 9 MAGGIO
SCONFIGGERE IL MALE
A PARTIRE DALLA NOSTRA CONVERSIONE A DIO
Possiamo persino dire che sono precisamente i suoi dolori che hanno mosso Maria a apparire a Fatima. Quali sono le cause dei dolori di Maria? Possiamo riassumerle in due, strettamente collegate: Maria soffre anzitutto per Gesù, per la passione e le sofferenze del suo Figlio; e, allo stesso tempo, soffre per noi, che siamo suoi figli.
Questi due motivi, infatti, sono molto presenti a Fatima, negli urgenti appelli della Madonna perché il suo Figlio non sia più offeso, e perché si preghi e si faccia penitenza per la conversione dei poveri peccatori, affinché essi non vadano all’inferno.
Maria soffre anzitutto per suo Figlio Gesù. La si guarda mentre tiene tra le braccia il corpo morto del suo Figlio nella nostra statua. Quanto dolore quello di Maria durante la passione di Gesù!
A Fatima ella si presentò triste per le offese commesse contro suo Figlio. Suor Lucia racconta che nell’ultima apparizione, con aspetto molto triste, la Madonna le disse: “Non offendano più Dio Nostro Signore, che è già molto offeso”. Proprio questo aspetto addolorato e la richiesta di non offendere più Gesù impressionarono fortemente la piccola veggente.
Queste sofferenze arrecate a suo Figlio hanno addirittura mosso la Madonna a chiedere ai pastorelli di volersi offrire come vittime per ripararle. I tre pastorelli capirono l’afflizione della Madonna per le sofferenze del Cristo, così chiaramente manifestata da Lei.
Nel piccolo Francesco, ad esempio, questa tristezza di Gesù e di Maria aveva suscitato il desiderio di consolarli. “Non hai notato come la Madonna anche nell’ultimo mese, diventò così triste quando disse di non offendere più il Signore Dio, che è già tanto offeso?” -disse una volta a Lucia-. E continuò: “Io vorrei consolare il Signore e poi convertire i peccatori, affinché non l’offendano più”. E la stessa percezione dei dolori di Gesù e di Maria avevano Lucia e la piccola Giacinta. Maria soffre per noi, per i suoi figli Maria ha sofferto sul Calvario anche per noi, per i suoi figli.
È la preoccupazione materna per noi che ha mosso Maria Santissima a venire a Fatima! “Nella sua sollecitudine materna, la Santissima Vergine è venuta per chiedere agli uomini di ‘non offendere più Dio, Nostro Signore, che è già molto offeso’. È il dolore di madre che la obbliga a parlare; è in palio la sorte dei suoi figli”.
Nell’apparizione del 13 luglio, dopo aver mostrato ai pastorelli la visione dell’inferno, la Madonna disse loro: “Avete visto l’inferno dove cadono le anime dei poveri peccatori. Per salvarle, Dio vuole stabilire nel mondo la devozione al Mio Cuore Immacolato”.
E poi, dopo aver parlato a lungo dei castighi che sarebbero sopraggiunti al mondo, insegnò loro questa preghiera chiedendo di recitarla dopo ogni mistero del Rosario: “O Gesù mio! Perdonateci, liberateci dal fuoco dell’inferno, portate in Cielo tutte le anime, specialmente quelle che ne hanno più bisogno”.
Il 13 agosto disse in tono triste ed urgente ai pastorelli: “Pregate, pregate molto, e fate sacrifici per i peccatori; molte anime vanno all’inferno, perché non c’è chi si sacrifichi e preghi per loro”.
I pastorelli capirono anche le sofferenze di Gesù e di Maria per la dannazione dei peccatori, e, in modo eroico, pregarono molto e fecero molte penitenze.
La piccola Giacinta ha condiviso e vissuto quest’afflizione della Madonna (per i peccati e per l’eterna condanna dei suoi figli) offrendosi eroicamente come vittima per i peccatori. Un giorno, quando essa e Francesco avevano ormai contratto la malattia che li costringeva a letto, la Vergine Maria venne a visitarli in casa, come racconta Giacinta: ‘La Madonna è venuta a vederci e ha detto che molto presto verrà a prendere Francesco per portarlo in Cielo. A me ha chiesto se volevo ancora convertire più peccatori. Le ho detto di sì’. E, quando si avvicina il momento della dipartita di Francesco, la piccola gli raccomanda: ‘Da parte mia porta tanti saluti a Nostro Signore e alla Madonna e di’ loro che sono disposta a sopportare tutto quanto vorranno per convertire i peccatori’.
Giacinta era rimasta così colpita dalla visione dell’inferno, avvenuta nell’apparizione di luglio, che tutte le mortificazioni e le penitenze le sembravano poca cosa per salvare i peccatori”. E lo stesso si può dire di Lucia e del piccolo Francesco.
Il messaggio della Signora di Fatima, così materno, è al tempo stesso così forte e deciso. Sembra severo… Invita alla penitenza. Avverte. Chiama alla preghiera. Raccomanda il Rosario. Questo messaggio è rivolto ad ogni uomo”. Perciò, noi non possiamo rimanere indifferenti”: Siamo innanzi ad un appello così forte! Piuttosto chiediamo a Lei, la grazia di imparare ad essere suoi veri figli, di non essere sordi ai suoi richiami.