DOMENICA 20 APRILE: 

PASQUA “RISURREZIONE DEL SIGNORE”

 

Una scheggia di preghiera: 

 

GESU' TU SEI IL VIVENTE PER SEMPRE.

 

HANNO DETTO: La fede incapace di sorridere di sé stessa deve dubitare della propria autenticità. (Nicolás Gómez Dávila)

SAGGEZZA POPOLARE: Ai cattivi come ai buoni, fate sempre la carità. Facendola ai buoni, aggiungerete merito alle vostre virtù; facendola ai cattivi, eviterete il pericolo di ingannarvi.

UN ANEDDOTO: Re Artù chiedeva, ogni giorno, informazioni a Merlino, sui giovani, che si preparavano a diventare Cavalieri, della Tavola Rotonda! "Mi raccomando: sono loro, il futuro di Camelot!". I giovani venivano educati ai grandi lavori, e sottoposti a estenuanti prove fisiche, e d'intelligenza. Arrivò il giorno, dell'ultima prova, quando un ragazzino si presentò, come assistente di Merlino! "Come prova finale", disse, "dovete aprire quella porta, senza sfondarla!" Scoppiarono in una risata, pensando alla facilità dell'operazione. Ma dovettero ricredersi, perché era senza serratura, e senza chiave! Cominciarono, allora, ad esprimere il loro parere, parlando uno sull'altro! "Troppe bocche, e poche orecchie!", pensò l'assistente. Cercò di aiutarli, ma nessuno lo degnò di attenzione, perché era solo un ragazzo! Alla fine, si arresero tutti, eccetto il figlio di Artù, che continuò, fin quando, sfinito, ammise di non sapere più cosa fare... "Hai provato, a bussare?", chiese l'assistente. Al suo "toc, toc", la porta si aprì! "Ma, perché, non l'hai detto, prima?", chiese, stizzito, il Principe. "Perché, solo ora, hai deciso di ascoltarmi!". Così dicendo, l'assistente si trasformò in Merlino, e concluse: "Ragazzi miei! Ragionate sempre, con la vostra testa: ma non dimenticatevi di ascoltare, chi vi è accanto!".

PAROLA DI DIO: At 10,34a.37,43; Sal 117; Col 3,1-4; opp. 1Cor 5,6b-8; Gv 20,1-9

 

Vangelo Gv 20,1-9

Dal vangelo secondo Giovanni

Il primo giorno della settimana, Maria di Magdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti, non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti. Parola del Signore

 

“CORREVANO INSIEME TUTTI E DUE”

Dal capitolo 20 di Giovanni si cambia tono: tutto è morto infiacchito prima dalla notte del Giovedì Santo, ma ora comincia a muoversi qualcosa: prima sono solo voci che si rincorrono, poi sono persone che mettono nelle loro gambe quella speranza che sembrava essere morta nel cuore e vanno a cercare conferma in quella tomba vuota, in quei sudari piegati. Da allora la Chiesa non dovrebbe più aver smesso di correre. Correre per il mondo a testimoniare e dire che Cristo è vivo, correre a portare gioia e speranza, correre a lenire ferite e a portare croci sapendo che non sono l'ultimo passaggio della vita. Quando mi accorgo che i cristiani si fermano, pensano solo a sé stessi, discutono, parlano di mille cose ma non corrono più, non si danno da fare con gioia per dimostrare con i fatti che Cristo è vivo, mi prende paura perché la Chiesa mi sembra invecchiata, senza speranza, con un Cristo diventato sempre più soprammobile, mentre invece la grande gioia del cuore non la si può tenere dentro, bisogna correre per gridarla agli altri.