DOMENICA 16 MARZO: 

2^ DOM. QUARESIMA ANNO C

 

Una scheggia di preghiera: 

 

FA' CHE ASCOLTIAMO OGGI LA TUA VOCE.

 

HANNO DETTO: La gente non si accorge se è inverno o estate quando è felice. (Anton Cechov)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi può conseguir oggi la propria felicità, non deve aspettar domani. (proverbio italiano)

UN ANEDDOTO: Visto il fuoco per la prima volta, un satiro voleva baciarlo e abbracciarlo, ma Prometeo lo ammonì: «Tu, capro, piangerai la perdita della barba». E infatti esso brucia chi lo tocca, ma fornisce luce e calore ed è strumento di ogni arte per chi ne ha appreso l’uso. (Plutarco)

PAROLA DI DIO: Gen 15,5-12.17-18; Sal 26; Fil 3,17-4,1; Lc 9,28b-36

 

Vangelo Lc 9,28b-36

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elìa, apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme. Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui. Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elìa». Egli non sapeva quello che diceva. Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua ombra. All’entrare nella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!». Appena la voce cessò, restò Gesù solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto. Parola del Signore

 

“APPENA LA VOCE CESSO’, GESÙ RESTO’ SOLO”.

Per capire bene la Trasfigurazione bisogna partire dal fondo. Gesù ha portato i suoi amici su quella montagna e, lì, essi sono rimasti storditi dalla luce, dalla bellezza, da Mosè, da Elia e soprattutto dalla voce del Padre: “che bello stare qui!”; ma invece, alla fine, Gesù rimane solo. È il Gesù che ha smesso l’abito della luce ed ha ripreso il vestito dei giorni feriali, e il Gesù dell’ordinario che mi riporta alla quotidianità. Gesù ci fa frequentare, almeno per qualche istante le altezze, perché riusciamo a sollevare gli occhi nelle cose quotidiane e banali. Abbiamo bisogno di portare la speranza nella concretezza del nostro vivere. San Filippo Neri, a chi voleva raggiungere le vette della mistica, consigliava: “Va’ piuttosto a rifare il letto ad un mendicante...” Inoltre, sentenziava che “volea volar senz’ale, bisognava pigliarlo per i piedi e tirarlo in basso”. Gesù, con la Trasfigurazione vuole allora far nascere in noi la speranza “dell’alto” ma vuole aiutarci soprattutto a trasfigurare “il basso”.