DOMENICA 7 DICEMBRE: 2^ DOMENICA DI AVVENTO ANNO A

Una scheggia di preghiera:

GESU' BAMBINO, PROTEGGI I PICCOLI E I DEBOLI.

 

HANNO DETTO: Nulla rivela meglio il carattere di un uomo quanto il suo modo di comportarsi quando detiene un potere sugli altri. (Plutarco)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi corre ai tribunali per far liti ci lascia anche i vestiti.

UN ANEDDOTO: Una favola di Esopo. Ad Atene, a un uomo che aveva contratto un debito venne richiesta dal creditore la somma dovuta. All’inizio il debitore chiedeva che gli fosse concessa una dilazione, dicendo che non aveva soldi. Poiché però non riusciva a convincerlo, gli portò l’unica scrofa che aveva e davanti a lui la mise in vendita. Giunse un acquirente e gli chiese se fosse una scrofa prolifica. Il debitore rispose che non solo lo era, ma aveva anche una qualità eccezionale, poiché generava femmine durante i Misteri, maschi durante le Panatenee. Mentre l’acquirente fu impressionato da queste parole, il creditore disse: «Suvvia, non stupirti. Essa, infatti, genererà per te anche capretti, in occasione delle Dionisiache». La favola dimostra che molti, per il loro personale tornaconto, non esitano neppure a mentire, facendo affermazioni del tutto irrealistiche.

PAROLA DI DIO: Is 11,1-10; Sal 71; Rm 15,4-9; Mt 3,1-12

 

Vangelo Mt 3,1-12 

Dal vangelo secondo Matteo

In quei giorni, venne Giovanni il Battista e predicava nel deserto della Giudea dicendo: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!». Egli, infatti, è colui del quale aveva parlato il profeta Isaìa quando disse: «Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!». E lui, Giovanni, portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano cavallette e miele selvatico. Allora Gerusalemme, tutta la Giudea e tutta la zona lungo il Giordano accorrevano a lui e si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. Vedendo molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: «Razza di vipere! Chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all’ira imminente? Fate dunque un frutto degno della conversione, e non crediate di poter dire dentro di voi: “Abbiamo Abramo per padre!”. Perché io vi dico che da queste pietre Dio può suscitare figli ad Abramo. Già la scure è posta alla radice degli alberi; perciò, ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Io vi battezzo nell’acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più forte di me e io non sono degno di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala e pulirà la sua aia e raccoglierà il suo frumento nel granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile». Parola del Signore

 

“VENNE GIOVANNI BATTISTA A PREDICARE NEL DESERTO”. (Mt. 3,1)     

Giovanni inizia la sua predicazione nel deserto. Sembra strano che una voce così importante che annunzia la venuta del Salvatore si innalzi proprio nel deserto: chi l’ascolterà? 

Oggi si predica Gesù con l’aiuto di televisioni, di radio. Mai tanta carta stampata ha parlato di Gesù così abbondantemente. Ma la nostra predicazione e i tentativi di testimonianza cristiana non sono forse anche oggi voci che gridano nel deserto? 

Nella città popolosa spesso sta il deserto dei cuori, dei valori. Ci sono tanti rumori ma la voce si perde nel vuoto. L’Avvento, con questa voce solitaria che invita alla conversione, deve far riflettere noi cristiani: Riesco ancora a sentire che il Regno dei cieli è qui? riesco ancora a capire che c’è molto da convertirmi, che ci son montagne di egoismo da abbassare e valli di vuoto da riempire per accoglierlo? 

Con umiltà, sapendo di essere servo di un Dio che vuole la salvezza di tutti, non dovremmo ricominciare con coraggio, come Giovanni Battista, la nostra predicazione e testimonianza, proprio dai “deserti” dove abitualmente viviamo?

LUNEDI’ 8 DICEMBRE: IMMACOLATA CONCEZIONE B.V. MARIA

Una scheggia di preghiera:

BUONGIORNO MAMMA DI GESU' E MAMMA MIA.

 

HANNO DETTO: Possiamo perdonare un bambino quando ha paura del buio. La vera tragedia della vita è quando un uomo ha paura della luce. (Platone)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi ha la testa nelle nuvole non vede più la terra.

UN ANEDDOTO: Una poesia di Trilussa: Quannero regazzino, mamma mia me diceva: “Ricordati, fijolo, quanno te senti veramente solo, tu prova a recità ‘n Ave Maria. L’anima tua da sola spicca er volo e se solleva, come pe’ maggia.” Ormai so’ vecchio, er tempo s’è volato. Da un pezzo s’è addormita la vecchietta, ma quer consijo nun l’ho mai scordato. Come me sento veramente solo io prego la Maronna Benedetta e l’anima mia da sola pija er volo.

PAROLA DI DIO: Gen 3,9-15.20; Sal 97; Ef 1,3-6.11-12; Lc 1,26-38

 

Vangelo Lc 1,26-38

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazareth, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Eccomi sono la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei. Parola del Signore

 

ALLORA MARIA DISSE: “ECCOMI, SONO LA SERVA DEL SIGNORE AVVENGA PER ME SECONDO LA TUA PAROLA. (Lc. 1,38) 

La festa dell’immacolata ci ricorda due cose: da una parte la realtà del male e del peccato, dall’altra quella della Misericordia e della Grazia. Che il male ci sia è una realtà che sta sotto i nostri occhi quotidianamente. Lo si condanna, ci si scandalizza di fronte alle sue manifestazioni più vistose, lo si deplora soprattutto quando esplode nel terreno del vicino o del nemico. Ma quando ci troviamo dentro e ci spinge a compiere qualche azione non troppo pulita spesso ci giustifichiamo: “in fondo che male c’è?”.

Tutti siamo peccatori, ma ci sono peccatori che si sentono giusti. La Vergine Immacolata, ci aiuti a capire che il male, il peccato, il nostro peccato, diminuisce nel mondo e dentro di noi nel momento in cui, invece di accampare la solita giustificazione “non c’è niente di male”, impariamo a chiamare il male coi suo vero nome: peccato, e quando impariamo a rivolgerci a Gesù che il male lo ha vinto e a sua Madre e Madre nostra che ci indica, con il suo abbandono fiducioso in Dio, che con Lui anche noi possiamo diventare “santi e immacolati”